

E solo metà febbraio, ma il Nirvana Raid Racing Team non perde tempo e, incurante dei millanta km di distanza, parte alla volta del Brtonigla Adventure Trek 2019, nel cuore dell’Istria croata. La squadra, formata da Chiara Magni, Mario Ruggiero, Marco Colombo, Marco Ponteri ed impreziosita dall’innesto dello special guest Dario Pedrotti, dimostra durante il viaggio di andata di non sapere una cippa della dolorosa storia dell’Istria (era italiana? E quando? E perché? boh), ma è carica e motivata. Marco e Chiara correranno la versione baby da 23 km, mentre M&D-ario, Pont e I-Tuscania (Federico Caldini e l’n-esimo Marco C-astagneri) correranno la gara degli adulti, da 43 km e rotti, conditi da 1200 metri di dislivello. Per tutti, sveglia alle ore 6.50 e lauta colazione nel centro di Brtonigla (abitanti circa 235), da dove M&D alle 8 si muovono con il pullman in direzione Tinjan (abitanti circa 212) dove si trova la loro partenza, mentre C&M partiranno con le loro gambe alle 10.
A Tinjan il clima meteorologico e “sociale” sono ottimi e dopo un breve briefing, M&D si lanciano giulivi verso l’ignoto. L’accordo pre gara è di rimanere insieme fino al ristoro di metà percorso, e poi si vedrà, ma già dopo la prima lanterna M semina D e tanti saluti. Già prima della prima lanterna risulta invece chiaro che in carta (al 25.000) ci sono muretti che mancano nella realtà e viceversa, che dei sentieri ci si può fidare fino ad un certo punto, che le doline a volte sono segnate e a volte no, e che la vegetazione è aggiornata al duemila e boh. Quando M si invola, a D non è chiarissimo su cosa dovrà basarsi per arrivare in fondo, ma prosegue comunque fiducioso.


In prossimità della 4, posata sul fondo alla dolina più profonda di tutta la Croazia, dopo poco meno di 10 km di gara, a D sembra effettivamente di aver cominciato a capisci qualcosa, e a pochi metri dalla lanterna incontra M, proveniente dalla direzione opposta. Viene fuori che al briefing avevano consigliato di scendere la dolina da nord, che M “non si era accorto” che D in quel momento era assente e non glielo aveva quindi riferito, e che in realtà era molto più comodo e veloce scenderla da sud. Così il duo si ricompone e inizia a macinare km a ritmo sostenuto, alternandosi alla guida delle operazioni come una vera squadra (invece che come due acerrimi nemici provvisoriamente alleati, quali invece sono).
La collaborazione è molto efficace: in mezzo alle steppe istriane che separano la 4 dalla 9, raggiungono e staccano quello che scoprono poi essere fino a lì il terzo classificato; si fanno ri-superare da lui mancando una micro traccia che accorciava il tragitto per la 10; lo lasciano sfogare in salita per la 11 (fermandosi anche a scattare delle foto ricordo); per poi riagguantarlo nella discesa quasi tecnica per la 12 e staccarlo sul piattone interminabile, che avvicina alla 13. Il morale della truppa è altissimo, quando punzona la 14 posata fra le suggestive montagnole di terra immortalate nella foto di presentazione della gara. Troppo, alto, con il senno di poi.
Accade infatti che sulla successiva lanterna i due si spalleggiano nel NON leggere la carta con sufficiente attenzione, lasciandosi andare al “più o meno si va di qui”, e perdendosi clamorosamente. Una botta di genio di M (“secondo me siamo qui”), unita ad una botta di culo (il cartello informativo di una casa in ristrutturazione, che conferma l’intuizione), aiutano il duo a rilocalizzarsi, ma vagheranno più o meno a caso per almeno altri 20 minuti prima di giungere alla 15.




Sulla interminabile via del ritorno, dopo una doverosa lezione da wikipedia sulla storia dell’Istria (sotto Venezia fino al 1800, asburgica fino alla I guerra mondiale a meno di una breve parentesi napoleonica, italiana fra le due guerre, e in seguito jugoslava e poi croata, il tutto accompagnato da varie sanguinose persecuzioni delle etnie non in quel momento al potere) la trasferta si chiude in gloria con una retrospettiva sulla musica anni ‘80, progettata dai vecchiardi per educare la giovinetta che negli anni ‘80 era ancora di là da venire, comprendente successi immortali del calibro di “T’appartengo”, “Sei un pirla”, “Rotta per casa di Dio” e “Cara ti amo”.
Scritto sotto minaccia da Dario Pedrotti





